![]() ![]() Seducing and exciting spectators, it provokes them into touching themselves in a vicarious thrill mixed with autoeroticism. Torna suġPornography has been a cutting-edge platform for visual media experiments on “embodied” spectatorship beyond immobile passivity. In this context the femdom wonderland turns out to be a permeable network of numerous Dom/subs’ life-building communities, a self-modulating interactive heaven of the undead desire-drive without outside, without nirvana. More precisely, desire and derive mingle indiscernibly in the disintegration of the Symbolic and the Real, of the private and the public that characterizes the self-destructive addictive culture of capitalist hedonism. His failed desire for the unobtainable object then takes on the Lacanian drive, the instant satisfaction of circulating around the void as if to constantly “edge” without closure, as typified in the digital loop of gif images. Full of paradoxes, femdom embodies a formally structured governance of sensation and determination, an exceptional law beyond normal law by which submission to a sexual sovereign leads to both the slave’s self-deprivation and regain of freedom. This paper sheds light on its sexual, psychological, psychoanalytic and socio-ethical implications, drawing on and reframing theories about masochism, abjection, biopolitics, nihilism and so on. The submissive man’s relationship with the dominant woman is never simple here, not just pornographic but symptomatic of complex phenomena regarding power and society, media and life that shape our techno-libidinal age. ![]() The sadomasochistic subculture of “female domination,” namely femdom, has formed a conspicuous mode of digital carnality that prevails among new media interfaces while radicalizing interactivity. In tale contesto il mondo di sogno del femdom si rivela essere una rete permeabile di numerose comunità fondatrici di forme di vita di dominatrici e sottomessi: un cielo interattivo, capace di automodularsi, di desiderio-impulso senza una fine, senza un fuori, senza un nirvana. Più precisamente, desiderio e deriva si confondono, al punto di essere indistinguibili, nella disintegrazione del Simbolico e del Reale, del privato e del pubblico, che caratterizza la cultura dell’assuefazione autodistruttiva, tipica dell’edonismo capitalistico. Il suo desiderio frustrato di un oggetto irraggiungibile si orienta allora verso una pulsione di tipo lacaniano: la soddisfazione istantanea di circolare intorno al vuoto, come se ci si “avvicinasse” continuamente, senza fine, così com’è esemplificato nel loop digitale delle immagini GIF. Pieno di paradossi, il femdom incarna un governo, formalmente strutturato, della sensazione e della determinazione: una legge eccezionale oltre la legge normale, secondo cui la sottomissione a un sovrano sessuale conduce contemporaneamente alla autoprivazione e al recupero della libertà dello schiavo. L’articolo getta luce sulle implicazioni sessuali, psicologiche, psicoanalitiche e socio-etiche di tale relazione, delineando e ricontestualizzando le teorie su masochismo, abiezione, biopolitica, nichilismo e così via. Essi riguardano il potere e la società, i media e la vita che danno forma alla nostra epoca tecno-libidinale. La relazione dell’uomo sottomesso con la donna dominante non è mai semplice in questo caso: non meramente pornografica, bensì sintomatica di fenomeni complessi. La subcultura sadomasochistica della “dominazione femminile” ( femdom) ha dato vita a una modalità rilevante di carnalità digitale, prevalente nelle interfacce dei nuovi media e capace al contempo di radicalizzarne l’interattività.
0 Comments
Leave a Reply. |
AuthorWrite something about yourself. No need to be fancy, just an overview. ArchivesCategories |